Il futuro non è scritto

Fino al 17 novembre, alla Primo piano living gallery di Lecce, sarà in mostra una visione immaginata, dipinta e ricreata, di quello che potrebbe essere un futuro quasi perfetto. In un momento così caldo per il nostro paese – e non solo – l’esposizione ha lo scopo di mettere in luce una visione sistemica di possibili scenari di un’esistenza che abbia una parvenza di ineccepibilità, nata dall’intreccio di ciò che è stato, ciò che è e ciò che verrà. In un’audace interpretazione del paradigma della vita, sono molti gli artisti che si sono cimentati nella sperimentazione di creare qualcosa che non è stato ancora scritto. Il futuro, mutevole e riscrivibile, in balia di eventi più o meno volontari, più o meno correlati con ciò che rappresenta l’essenza umana, o ancora più labilmente con il destino, diviene protagonista delle opere in mostra.

L’esposizione, curata da Dores Sacquegna, raggruppa le opere di artisti italiani ed esteri come Suus Baltussen, Paolo Cervino, Christine Cézanne-Thauss, Sarah Ciracì, Paolo Consorti, Danilo De Mitri, Judith Donaghy, Catherine Drouin-Goutal, Judith Duquemin, Gerard Frances, Jolanda Jansen, Lindsay Keys, Tom Ma, Dario Manco, Aliza Morell, Alessandro Passaro, Ivan Rivera, Mariana Thome e Laura J. Victore. Welcome aboard è l’opera video di Sarah Ciracì che coinvolge gli studiosi Vincenzo Balzani, chimico e professore emerito all’Alma Mater, e Nicola Armaroli, ricercatore del Cnr di Bologna, entrambi firmatari dell’appello degli scienziati contro il nucleare. A beautiful demise è la creazione di Laura Victore, che immagina un possibile pianeta Terra creato con la combinazione di immagini satellitari, vedute aeree e reliquie tridimensionali. Con Senso plurimo Alessandro Passaro gioca sulla tela aggrovigliando dei cromatismi che divengono metafora di significati simbolici ed enigmatici. Con Quand la couleur sera plus forte que le langage, le Monde fera entendre sa musique en pleine lumière, Chaterine Drouin-Goutal indaga i cambiamenti climatici, mentre Aliza Morell riflette sul significato della vita e Christine Cézanne-Thauss, per immaginare il futuro, sente l’esigenza di ripercorrere il passato nelle sue origini più profonde. Paolo Cervino lavora sull’inquinamento acustico e sulla città, mentre Judith Donaghy, attraverso i colori primari e l’idea di un paesaggio finalmente senza barriere, indaga la bidimensionalità della superficie e la tridimensionalità dello spazio. Danilo De Mitri, con le sue fotografie, evoca un paradiso terrestre, un Eden ideale e fatato. Judith Duquemin, invece, gioca con il pieno e il vuoto, sublimando il concetto di tempo quale astrazione mentale.

Nell’opera di Lindsay Keys l’universo è il luogo dove dentro e fuori, vita e morte, razionalità e irrazionalità si incontrano, mentre in quella di Ivan Rivera il frammento emerge e ridefinisce spazi e volumi. Gerard Frances e Tom Ma studiano tracce e storie iconografiche, Paolo Consorti nel suo video Dentro le segrete cose si ispira all’inferno dantesco della Divina Commedia, Dario Manco con Starless mette a fuoco, attraverso la fotografia, il mondo nascosto degli invisibili, gli homeless che vivono sulle nostre strade divenendo parte integrante del degrado e della solitudine attuale. Cura del sonno è il video di Mariana Thome che, in un’asettica camera da letto fatta di cerotti, ribadisce che l’unica salvezza è nella bipolarità. Jolanda Jensen esplora i limiti, la resistenza fisica, le tensioni, il movimento e lo spazio, mentre Suus Baltussen indaga l’idea di connessione e incontro attraverso grandi installazioni di legno e metallo. Un’esposizione ricca di espressività diverse e di spunti per l’immaginazione, l’unica vera arma contro l’assopimento delle menti. Attraverso le opere si percorrono così una serie di riflessioni sul tempo che scorre, arrivando alla conclusione che il futuro, perfetto o imperfetto che sia, non può essere una verità assoluta.

fino al 17 novembre

Primo piano living gallery, viale Guglielmo Marconi 4, Lecce

info: www.primopianogallery.com