Collezionisti in crisi

L’effetto delle operazioni antievasione a Cortina e Ponte vecchio, effettuate dalla guardia di Finanza l’anno scorso, non ha tardato a ripercuotersi anche sul complesso mercato dell’arte. Il clima si è inasprito dopo l’ultima trovata dell’agenzia delle Entrate: il redditometro, il sistema attraverso il quale il fisco proverà a snidare gli evasori partendo dalle capacità di spesa del contribuente. Tradotto: più spendi, più sei ricco, più è possibile che tu evada, quindi ti esponi a un accertamento. E visto che nei confronti del fisco vige sempre la massima “se li vedi li eviti”, è successo che, per scongiurare il rischio di visite poco gradite, i collezionisti d’arte sono corsi ai ripari e hanno chiuso i rubinetti. La conseguenza è stata drastica, basti pensare all’aumento dell’invenduto (-40%) all’ultima asta d’arte moderna e contemporanea da Sotheby’s a Milano, svoltasi a novembre scorso. La notizia è stata sviluppata dalla Stampa, ripresa da Dagospia, e è suonato un vero e proprio campanello d’allarme tra gli addetti ai lavori. La categoria più penalizzata è quella degli investitori medi, quelli in grado di spendere tra i 50 e i 100mila euro per acquistare un’opera, ma sono proprio loro quelli che alimentano la fetta più grande del mercato dell’arte. All’asta di novembre, riporta La Stampa, sono restate invendute opere di De Chirico, Sironi, Burri, Fontana, Manzoni, Rotella, che di solito hanno mercato sicuro.

«Sembra essersi scatenata – spiega alla Stampa Matteo Viglietta, collezionista e membro della fondazione Crt per l’arte moderna e contemporanea – una vera e propria caccia alle streghe. Chi acquista opere d’arte ha timore di venire allo scoperto pur avendo tutte le carte in regola. Se va avanti così molte gallerie saranno costrette a chiudere e il nostro mercato si ridurrà ancora paradossalmente a favore di quello straniero». Il problema non sembra coinvolgere invece i grandi investitori. Chi è disposto a spendere cifre al di sopra di 300mila euro non è rimasto particolarmente turbato. Per avere una panoramica più precisa dell’andamento del mercato le attese adesso si sono concentrate sull’imminente Arte fiera, che si terrà a Bologna dal 25 gennaio, il cui pubblico di riferimento è proprio quello dei collezionisti medi. Sarà la cartina di tornasole per riscontrare l’eventuale colpo di reni del giro d’affari dei collezionisti oppure, al contrario, per capire se è il momento di iniziare a prendere seri e più incisivi provvedimenti a sostegno degli artisti e delle gallerie.