I colori dell’arte

“I colori sono delle sensazioni fisiche, ma sono anche dei simboli”. Si apre con questa frase di Rene Lucien Rousseau il volume di Stefano Zuffi, dedicato alla cromìa creativa. I colori dell’arte (Rizzoli, 320 pagine, 27,50 euro) è una straordinaria galleria, con duecento capolavori rivisitati attraverso il linguaggio segreto degli otto colori più ricorrenti: rosso, giallo, blu, verde, oro, bianco e nero. “Questo libro – spiega l’autore nella prefazione – vuole mostrare come, nel dipanarsi dei tempi e delle culture, i significati simbolici si siano intrecciati con ricerche, tecniche e chimiche, combinandosi poi con altre discipline come la poesia e la musica”. A questo proposito, l’autore ricorda Voyelles, il sonetto del 1871 di Arthur Rimbaud, che segna un passaggio fondamentale nella dialettica tra suoni e colori. Dopo un interessante excursus artistico e culturale, si passa quindi all’analisi delle sette note cromatiche. Si parte dal rosso. La sua storia nel panorama dell’arte mostra un andamento altalenante. Primo colore ad essere utilizzato dall’uomo, insieme al nero, per rappresentare il mondo e se stesso (Lascaux e Chauvet in Francia, Altamira in Spagna), viene associato, strada facendo, a simbologie spesso discordanti: potere (Il Ritratto di Leone X con due cardinali di Raffaello o il Ritratto di Paolo III con i nipoti di Tiziano), ma anche rabbia (Tarquinio e Lucrezia, cerchia di Jan Massys), lussuria, passione e seduzione (La meretrice di Babilonia di Albrecht Dürer o Il divano-labbra di Mae West di Salvador Dalì), sangue (Giuditta e Oloferne di Caravaggio) ma anche eleganza (Ritratto di Federico da Montefeltro di Piero della Francesca). Le interpretazioni continuano. Può essere il simbolo caldo del sole o quello della memoria come nell’opera Lo studio rosso di Henri Matisse, o ancora la bandiera del comunismo come nei Funerali di Palmiro Togliatti di Renato Guttuso. Il caleidoscopio delle interpretazioni è ampio perché la percezione dello spettro cromatico risulta sempre relativa, personale, emotivamente diretta. Dal rosso, si passa al giallo: anche in questo caso le interpretazioni si susseguono minando pregiudizi e luoghi comuni: può essere tradimento (Il bacio di Giuda di Giotto), invidia (I sette peccati capitali di Hieronymus Bosch), ma anche potenza (Le creazioni degli astri e delle piante di Michelangelo) o disperazione come nell’Urlo di Edvard Munch. È il colore prediletto di Vincent van Gogh (dai Girasoli alla Casa gialla di Arles). La carrellata tra le opere e gli autori prosegue con il blu, il verde, l’oro, il bianco, per concludersi con il nero. Ogni colore viene raccontato, si mostra nelle sue differenti versioni, da quelle più intime a quelle più sfacciate. Si racconta attraverso i capolavori della storia dell’arte e il rimando a simbologie, valori e sentimenti diventa un modo straordinario per guardare l’arte, con una guida d’eccezione. L’autore, Stefano Zuffi, è storico dell’arte, collabora con musei, istituzioni milanesi e riviste. Ha curato i Dizionari dell’arte (Electa) e la Storia dell’arte in 28 volumi di Repubblica. Ha pubblicato oltre 60 libri, tradotti in varie lingue. Tra i titoli più recenti, Leggere (Electa), Il mondo dipinto (Feltrinelli) e Arte e Zodiaco (Sassi editore).

 

Articoli correlati