Figli dello stesso padre

La scrittrice Romana Petri, vincitrice dei premi Mondello, Rapallo-Carige, Grinzane Cavour e già finalista del Premio Strega nel 1998, ricompare quest’anno nella rosa dei cinque finalisti canditati alla 67esima edizione del premio letteraio. Ad assicurarle la presenza alla serata del 4 luglio al Ninfeo di valle Giulia di Roma per la proclamazione del vincitore, il libro Figli dello stesso padre (Longanesi, 16.40 euro).

Sono 297 pagine di romanzo psicologico che ci accompagnano all’interno dei complicati rapporti di una famiglia allargata, un caso raro per gli anni ’60/’70, anni nei quali si colloca l’inizio della storia, ma che oggi rappresenta un esempio di nucleo allargato che è assai comune incontrare. Tra i protagonisti il padre Giovanni, un uomo infantile, egocentrico, dall’animo irrisolto, un depresso cronico che trova sollievo nell’alcool, ma al tempo stesso un vero e proprio insaziabile Don Giovanni. Un uomo conteso dall’amore di due figli, la ricerca di un amore che logora senza tregua durante il periodo dell’adolescenza e un senso di abbandono che accompagna tutta una vita e che lascia indelebili segni. Due figli, due diversi modi di affrontare questo disagio. A Roma, Germano, il primogenito e figlio prediletto di Giovanni, alto e di bell’aspetto, un artista affermato, un uomo solo, che ama bere e fumare e che colleziona storielle senza mai essersi legato realmente a nessuna. Cresce con Edda, sua madre, l’unica persona che l’abbia mai veramente compreso e il suo compagno Duarte, un giovane portoghese dall’attaggiamento calmo e pacato con il quale ha stretto un rapporto molto profondo. Emilio, più piccolo di nove anni, considerato da Germano il figlio del peccato, la vera causa del divorzio dei suoi genitori, quell’errore che costò a suo padre la perdita di Edda, con la quale era convinto di invecchiare. Emilio è un uomo minuto e dai modi gentili, cresciuto a Milano insieme alla madre Costanza, costretto a vedere il padre solo due ore a settimana e alla costante ricerca di approvazione da parte del fratello maggiore. Si trasferisce a Pittsburgh, dove si avvia a una carriera accademica e si sposa con Jenny dalla quale avrà due bambini. Una famiglia che adora e che insieme alle formiche, che insegneranno ad Emilio il significato della parola fedeltà, e alla matematica rappresentano le sue passioni. Giovanni è una presenza costante nel libro, causa di divisione tra i due figli quando era in vita, e a quattro anni dalla morte, strumento di riappacificazione che attraverso i ricordi condivisi permette il riconoscimento dei due fratelli.

«Un romanzo dedicato all’universo maschile, così estremamente laconico, che vive e supera le avversità della vita con quella lentezza tipica di chi le affronta in silenzio. E quando ormai il rapporto tra i due fratelli sembra lacerato per sempre, ecco che all’improvviso la parola capovolge la situazione. Emilio, raccontando di quando veniva picchiato da piccolo, risveglia quell’amore represso in Germano». È così che Petri spiega al telefono il perché di questa scelta: «Le donne hanno un diverso modo di sentire, indagano, trovano la soluzione o si dicono addio subito. Con due sorelle non sarebbe stato possibile scrivere una storia simile». Le donne in questa storia fungono da coro spesso senza essere ascoltate, commentando e riassumendo, un po’ come accadeva nell’antico teatro greco. «Protagonista assoluta – sottolinea la scrittrice – è la narrazione di un disagio, un disagio vissuto da due adulti che nonostante l’età combattono con i fantasmi di quando erano bambini, verso i quali non c’è superamento. È uno spaccato di vita, una storia più biografica che autobiografica». La struttura stilistica risponde a un preciso intento della Petri, accompagnare in una lettura scorrevole facendo riflettere su come «i ricordi – precisa l’autrice – non siano l’esatta espressione di ciò che abbiamo vissuto, ma risultato di un tempo che altera, che modifica aggiungendo o togliendo». Figli di uno stesso padre è un romanzo sull’importanza dei legami di sangue, intriso di amore e odio, di gelosia, sentimenti contrastanti che solo un amore smisurato può suscitare. Una storia costruita attraverso dialoghi realistici, flashback e descrizioni che investono luoghi e personaggi con una scrittura che riesce a caratterizzare anche quelli più marginali, permettendo al lettore di sentirsi completamente avvolto dalla storia.