Il nuovo calendario Lavazza

Martin Schoeller (Monaco, 1968, vive e lavora a New York) è uno dei ritrattisti più riconosciuti al mondo; il suo “hyper-detailed close up” – come la critica anglosassone ha definito la sua tecnica fotografica – ha immortalato Obama, Clint Eastwood, Hanry Kissinger, solo per nominarne alcuni. Nell’elegante sede del palazzo dei Diamanti di Milano oggi Schoeller ha presentato la sua ultima fatica: il pantheon dei gastro-filosofi del 22esimo calendario Lavazza, tradizione annuale che ha visto, nella sua gloriosa storia, la partecipazione di fotografi del calibro di Helmut Newton e Annie Leibovitz. Schoeller non poteva che raccogliere con entusiasmo, natura che peraltro contraddistingue il suo carattere, la commissione: «Mi piace, e da sempre cerco di farlo con tutti i miei soggetti, immortalare la giocosità che c’è in ognuno di noi. Avere a disposizione sette chef tra i più famosi al mondo, renderli protagonisti e far uscire la loro intima ispirazione, mi ha permesso proprio di cercare in loro questa autoironia, questa voglia di trasmettere una filosofia di vita e di lavoro, ma di farlo giocando, riuscendo così a essere ancora più veri e convincenti».

Apre il calendario Lavazza lo chef Ferran Adrià: il celebre inventore della cucina molecolare contempla una grande bolla dell’ispirazione, nella quale fluttuano, pronti a essere interpretati, i suoi ingredienti e le sue visioni. Massimo Bottura, mago-alchimista, è immortalato invece all’interno della biblioteca Ambrosiana di Milano, circondato da volumi e ampolle, a ricercar la pietra filosofale della perfezione del gusto. Carlo Cracco ha il fiuto di un cacciatore, per falconiere la gallina e per strumento di conquista l’uovo. Davide Oldani è colto in una risaia della sua infanzia, a parlar di km zero e di chicchi di riso dove affondano le radici delle sue creazioni. Anche il ritratto di Antonino Cannavacciuolo, un novello Ulisse che non ha paura del canto delle sirene, non può che fare i conti con l’acqua, quella del mare delle sue origini campane e quella del lago della sua terra d’adozione sulle rive dell’Orta. Michel Bras, il grande chef francese, padre del fondant au chocolat, è immerso nel suo orto provenzale, avvolto nella natura e personificazione stessa delle sue creazioni culinarie. Ad Albert Adrià, cuoco che si muove a proprio agio tra le diverse cucine del mondo le cui parole chiave sono contamination e fusion, il compito di giocare in equilibrio sul difficile filo del gusto mentre all’estremità opposta suo fratello Ferran sorseggia, in bilico, una tazzina di espresso Lavazza.

«Quest’anno per la prima volta abbiamo messo in un progetto le nostre tre anime – afferma Francesca Lavazza, direttore corporate image dell’azienda – la fotografia, la nostra collaborazione con l’alta enogastronomia e l’attenzione alla sostenibilità. Da quindici anni collaboriamo con questi chef e ci è sembrato giusto il momento per poterli raccontare anche attraverso degli scatti di un vero e proprio progetto artistico. Ecco i nostri ingredienti di successo: Martin Schoeller con la sua grande sensibilità e ironia e sette grandi chef che si sono messi in gioco davanti a un obiettivo e hanno raccontato la loro personale ispirazione. Da qui nasce il progetto di Inspiring chef che ha il doppio significato di presentare gli chef che ispirano il mondo ma anche il segreto delle loro ispirazioni, e ovviamente noi pensiamo che uno degli ingredienti che li ispira sia il caffè che è il vero protagonista dei nostri calendari, secondo la tradizione che portiamo avanti da 22 anni di raccontare il personale rapporto che intercorre tra l’artista e Lavazza». Partner di Lavazza è Slow Food, a ricordarci come il punto di partenza per l’alta cucina – come, potremmo aggiungere, per l’arte che merita di essere definita tale – siano i valori ed i contenuti che essi veicolano.

Info: http://20calendars.lavazza.com

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