Inside #TalentPrize2013

Dove eravate rimasti? Alla notizia di Danilo Correale vincitore del Talent Prize 2013 con l’opera The future in their hands, the visible hand. Adesso arriva il bello. Il 16 novembre (fino al 30) alla Casa dell’Architettura presentiamo la mostra dedicata ai dieci finalisti del concorso, ai menzionati, premi speciali e atelier Wicar (per info sulla mostra clicca qui); insomma, un’occasione per scoprire uno spaccato della giovane creatività contemporanea. Per questo vi proponiamo, giorno per giorno, un’anticipazione delle opere esposte, con alcune notizie sugli artisti e i lavori che hanno sedotto la giuria e il nostro pubblico. Una guida pratica per prepararvi a ciò che vi aspetta alla serata dell’inaugurazione.

Signori e signore, Gabriele De Santis.

Scheda Biografica 
a cura di Vasco Forconi e Margherita Maccaferri

Gabriele De Santis nasce a Roma il 30 dicembre 1983, dove attualmente lavora. Frequenta la Salzburg summer academy (Internationale sommerakademie fuer bildende kunst) e la university of the arts di Londra dove studia visual arts. Nel 2010 riceve una menzione speciale nel premio Moroso per l’arte contemporanea. Nei due anni successivi partecipa a numerose mostre collettive, esponendo (tra le altre) a Milano, Udine e Verona. Nel 2012 viene invitato a esporre le sue opere al Macro di Roma, all’interno della mostra Re-generation, curata da Ilaria Gianni e Maria Alicata. Nello stesso anno molte delle opere di Gabriele vengono esposte nel corso della mostra personale Suck my Disney,  alla Frutta Gallery di Roma. Nel 2013 vengono presentate le sue personali a Londra e Amsterdam rispettivamente alla Limoncello e alla Galerie Diana Stigter Backspace. Nello stesso anno partecipa alle collettive Mappa, page 2 curata da Adam Carr, alla Nomas Foundation di Roma e a New York Wanna be a masterpiece, curata da Ilaria Marotta.

Si chiama Love story 1960-64 l’installazione con cui De Santis, artista romano classe ‘83, è arrivato tra i finalisti delTalent Prize 2013. La storia dell’opera potrebbe tranquillamente essere la trama per un film. Un ragazzo, frugando in casa tra varie scartoffie, trova una serie di lettere di cui sino a quel momento aveva ignorato l’esistenza. Inizia a leggerle (chi può biasimarlo, alzi la mano chi non l’avrebbe fatto) e scopre che gli artefici di quello scambio epistolare sono i suoi genitori, da qualche tempo deceduti, i quali l’avevano sempre tenuto all’oscuro della presenza di quelle lettere. Così Gabriele chiama la sorella, l’unica persona in grado di fornirgli spiegazioni, la quale sa tutto; e non solo, gli comunica la volontà dei genitori di lasciare segreto il contenuto del loro scambio epistolare, avvenuto tra il 1960 e il 1964, lasso di tempo in cui i due, prima di sposarsi, mantenevano una relazione a distanza […].

Leggi l’articolo e gli approfondimenti sul prossimo numero di Inside Art, in edicola dal 16 novembre.

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