Inside #TalentPrize2013

Dove eravate rimasti? Alla notizia di Danilo Correale vincitore del Talent Prize 2013 con l’opera The future in their hands, the visible hand. Adesso arriva il bello. Il 16 novembre (fino al 30) alla Casa dell’Architettura presentiamo la mostra dedicata ai dieci finalisti del concorso, ai menzionati, premi speciali e atelier Wicar (per info sulla mostra clicca qui); insomma, un’occasione per scoprire uno spaccato della giovane creatività contemporanea. Per questo vi proponiamo, giorno per giorno, un’anticipazione delle opere esposte, con alcune notizie sugli artisti e i lavori che hanno sedotto la giuria e il nostro pubblico. Una guida pratica per prepararvi a ciò che vi aspetta alla serata dell’inaugurazione.

Signori e signore, Riccardo Giacconi

Scheda Biografica 
a cura di Vasco Forconi e Margherita Maccaferri

Riccardo Giacconi nasce a San Severino nelle Marche il 18 gennaio 1985. Ha studiato arti visive all’Università allo Iuav di Venezia, alla Uwe di Bristol e la New York university. Ha svolto numerose residenze per artisti, fra cui quella a Viafarini (Milano), a Lugar a Dudas (Cali, Colombia) e al Macro, museo d’arte contemporanea di Roma. Ha presentato i suoi film in diversi festival, fra cui il Torino film festival e il Fid Marseille international film festival. Ha preso parte alla sezione Résonance della Biennale di Lione, ed è stato fra i finalisti dell’Ariane De Rothschild Prize. Ha esposto, fra l’altro, alla Whitechapel Gallery di Londra, alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, alla quinta Biennale di Praga e al Maxxi di Roma. Nel 2007 ha cofondato il collettivo Blauer Hase con cui cura la pubblicazione periodica Paesaggio e il festival Helicotrema.

Giacconi è finalista al Talent Prize con un video dedicato a Domenique Fidanza, ex membro della girl-band Lollipop. A interessare l’artista è lo spazio che passa fra la figura e lo sfondo, la sua è una riflessione su come fondere questi due elementi. Come un pittore Giacconi nel video di Fidanza comincia con il definire un paesaggio, in questo caso un tramonto. «Sono degli ambienti che stavano intorno a lei, ho cercato di inserire la sua figura nel contesto, provando a mescolare il soggetto con il paesaggio: spesso la voce è quella di Dominique mentre sullo schermo passano alberi, cieli, montagne, come se a parlare fossero i suoi stessi luoghi». I lavori dell’artista sono sempre in bilico fra arte e documentario, ma è un’idea precisa quella che muove il suo operato: «Attraverso il genere del documentario mi interessa mettere in discussione la vita stessa del documento – confessa Giacconi – che è considerato come una forma sociale fissa e legata a una certa idea di verità. Invece, ciò che mi affascina è indagare uno statuto del documento che possiamo chiamare variazionale, cioè basato non su una verità certificata e sterilizzata, ma sui diversi modi di esistenza e di narrazione di un evento». […].

Leggi l’articolo e gli approfondimenti sul prossimo numero di Inside Art, in edicola dal 16 novembre.

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