Inaugura il Plessi Museum

Al passo del Brennero, nel punto di passaggio storicamente più importante delle Alpi che ha sempre rappresentato un luogo di divisione tra l’Europa continentale e la zona mediterranea, proprio in prossimità della ex zona doganale ora smantellata in seguito agli accordi di Schengen del 1995, nasce quello che può essere definito: un grande manufatto architettonico che rappresenta un unicum nel panorama delle aree di servizio di infrastruttura autostradale, in Europa ma probabilmente in tutto il mondo. Si tratta del Plessi museum promosso dall’Autostrada del Brennero spa e progettato dall’ingegnere Carlo Costa, un’architettura dalle forme contemporanee inserita in un contesto paesaggistico straordinario e nata in armonia con tutto ciò che la circonda. Quest’iniziativa culturale non è frutto di casualità ma si inserisce in una sequenza di interventi e di progetti perseguiti nell’ultimo decennio che hanno l’obbiettivo di rendere la percorrenza autostradale un’occasione unica di stabilire maggiore contatto con il territorio circostante e di armonizzare questa infrastruttura il più possibile al paesaggio che rimane l’elemento dominante.

Il Pressi museum si configura come una leggera copertura adagiata su una teca di cristallo, ospita al suo interno uno spazio espositivo, una sala conferenze e un punto ristoro, ambienti completamente connotati dalla presenza di arredi, disegni, video e installazioni tutti recanti la firma dell’artista veneziano Fabrizio Plessi. Domina tra tutte la grande installazione che l’artista aveva realizzato nel 2000, in occasione dell’Expo di Hannover, pensata per celebrare l’Euregio, il progetto comunale di collaborazione transfrontaliera delle regioni che componevano lo storico Tirolo. Una scultura percorribile, concepita come un paesaggio montano artificiale che sceglie l’acqua come elemento principale di ispirazione, acqua che si presenta nel primo primo video sotto forma di ghiaccio, sulle cime delle montagne, per poi scendere in ruscelli fatti di monitor allineati lungo i pendii di queste fittizie montagne e ristagnare nella parte finale dell’opera, un lago alpino.

La cifra espressiva dei lavori esposti al museo ruota attorno al tema dell’acqua che, fin dal 1968, guida molte delle installazioni, film, videotape e performance di Plessi; un elemento in grado di innescare visioni pittoriche di forte suggestione. Come spiega lo stesso artista durante la conferenza di apertura del suo museo: «Penso che il video formi con l’acqua un binomio perfetto: l’acqua è un elemento cangiante, antico, ancestrale primordiale, il video è un elemento della contemporaneità: entrambi sono fluidi, instabili. Entrambi emanano un bagliore azzurro».

Uno dei temi che certamente meglio esprime il lavoro di Plessi è quello del viaggio che trasforma ogni sua opera in un racconto, nella narrazione il più possibile completa ogni luogo visitato. Plessi raggiunge al Brennero il vertice di un’idea di opera totale, composta da più linguaggi, nuovi e antichi che accostati da sempre caratterizzano il suo lavoro. Allo stesso tempo in questo luogo chiude idealmente il suo viaggio creativo da Sud verso Nord che in Italia ha già avuto come tappe la Valle dei Templi di Agrigento e il Palazzo della Ragione di Padova. Spiega come tutto questo rappresenti il sogno di ogni artista, ovvero riuscire ad avere un museo personale che si spinga però oltre diventando: «Un museo non museale, in cui uno non fa una serie di stanze e attacca una serie di opere ma un’opera totale, che ha il senso dell’attraversamento dei linguaggi, dove il design si incontra con la scultura, il suono con il visivo, sotto la luce dei fili conduttori dell’acqua, del video e del legno».

 

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