Terra e cielo

Mestre

Ritorna in prima linea la galleria Massimodeluca, a Mestre (Ve), che apre la stagione espositiva 2014 con una bipersonale in due allestimenti indipendenti ma paralleli nello spazio e nella linea guida. Con Tanto tempo fa, quando la terra era piatta si trasmette immediatamente l’imprinting dell’esposizione, infatti il titolo è tratto dall’omonimo libro per bambini del 1979, scritto da Paolo Caboara con illustrazioni di Aimone Sambuy e una speciale assistenza grafica di Bruno Munari. Il testo raccoglie tre leggende africane che narrano la nascita delle montagne, la storia del sole e la scoperta del fuoco. Ciascuna fiaba racconta, a modo suo, un tema caro a tutte le mitologie: quello del misterioso legame tra l’elemento terrestre e quello celeste. Allo stesso modo la mostra sviluppa un dialogo sul paesaggio e sulla lettura che ne riceviamo, fortemente legato alla percezione umana. Le due giovani artiste ospiti, Giusy Pirrotta ed Elisa Strinna, il cui lavoro si struttura su percorsi e ricerche artistiche eterogenei, hanno sviluppato due proposte specifiche e libere da vincoli schematici, realizzando le opere appositamente per l’esposizione. La sublimazione estetica del paesaggio diventa così per Giusy una scomposizione di spettri cromatici, forme e memorie, mentre per Elisa si articola sulla ri-codificazione linguistica del tempo attraverso la materia naturale filtrata dal codice sonoro artificiale. Nello specifico il progetto di Pirrotta indaga la luce a la sua composizione secondo la sintesi additiva dei colori rosso, verde e blu. «Nell’ultimo anno – spiega la curatrice Alice Ginaldi – l’artista sta rivolgendo la sua ricerca verso una riflessione ragionata che parte dal concetto di immagine in movimento, dalla sua genesi percettiva, per approdare alla messa in scena di esperimenti ottico-luministici, nel tentativo di restituire all’evanescenza del video una sua pregnanza oggettuale e strutturalista, il suo lavoro si orienta in particolare al suo rapporto con l’architettura e con l’attrezzatura usata per la fruizione».

Nata a Reggio Calabria nel 1982, Giusy Pirrotta vive e lavora a Londra. La manipolazione dell’immagine in movimento è alla base dei suoi studi. La sua formazione comprende pittura, scultura, fotografia e performance all’Accademia di belle Arti di Firenze. Dopo un breve periodo di soggiorno milanese, si sposta a Londra per un master in Fine art al Central saint Martin college of art and design dove inizia a lavorare con mezzi diversi, tra cui il film 16mm. Conclude uno stage di formazione presso PresTech film laboratories per il restauro e preservazione della pellicola, e un programma di artista in residenza sempre al Central saint Martin college nel dipartimento film & video. Attualmente è al primo anno di ricerca presso L’Uca, university for the creative arts in Farnham, con un progetto di dottorato teorico-pratico che studia l’immagine in movimento e la sua relazione con l’architettura. Nel 2012 vince il Red Mansion art prize trasferendosi a Pechino per un mese con mostra di fine residenza al Royal College of art, a Londra. Tre le ultime mostre: Le figlie di Eva, Fama gallery, Verona, Journey in the center of my mind, Bunkhouse, Madrid, Analougue recurring, Lo & Behold gallery, Londra, Young at art 2013, Maca museo arti contemporanea, Cosenza, Lumen, Mars, Milano, Future solo show, Murata centoventidue, Bari. Elisa Strinna, invece, presenta il progetto inedito Articolazioni oltre il linguaggio, la materia, il suo ritmo e le sue declinazioni, realizzato in collaborazione con l’artista Elena Mazzi ed è costituito principalmente da due interventi che dialogano all’interno di un unico spazio. «Entrambi gli interventi sono tentativi di traduzione – illustra Ginaldi – l’intento è porre a confronto due testimonianze risultanti da differenti processi storici: quello della natura e quello dell’uomo. Il percorso espositivo sarà delineato attraverso una lettura di natura sonora di testi inusuali, andando così ad attivare diversi sistemi di percezione di uno stesso fenomeno, nel tentativo di produrre nuove chiavi di lettura riguardo alla realtà che ci circonda».

Strinna nasce a Padova nel 1982, dopo essersi diplomata in pittura all’Accademia di belle Arti di Bologna, termina i suoi studi in produzione e progettazione delle arti visive all’università Iuav di Venezia. Esplora il modo in cui strutturiamo la nostra percezione ed i nostri campi del sapere, partendo dalle fonti, dai residui della storia naturale e umana, che ne esamina le informazioni dando vita a narrazioni diverse. Nel 2013 è invitata al premio 5×5 2013 al Espai d’art contemporani de Castelló, Spagna ed è la vincitrice della sezione scultura del premio Combat, Livorno. Nel 2012 viene invitata alla Biennale di Taipei, Taiwan, ed alla Nature Addict Travelling Academy, Documenta, Kassel. Nel 2011 vince la tredicesima edizione del Movin’up, premio per la mobilità dei giovani artisti italiani del mondo. L’anno precedente è una delle vincitrici del premio 6artista alla fondazione Pastificio Cerere con una residenza di nove mesi tra Roma e Parigi. Partecipa al XVI corso Avanzato in Arti Visive alla fondazione Ratti di Como con Hans Haacke come visiting professor. Nel 2009 segue il workshop tenuto dall’artista Peter Friedl alla fondazione Spinola Banna, Poirino, Torino. Tra il 2008 ed il 2009 è assegnataria di un atelier alla fondazione Bevilacqua la Masa, Venezia.

 Fino al 28 febbraio. Info www.massimodeluca.it

 

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