Al teatro Valle occupato il premio della European cultural foundation

Bruxelles

Il premio internazionale Ecf princess Margriet istituito dalla European cultural foundation sarà consegnato per la prima volta a una realtà culturale italiana il 18 marzo al Bozar il palazzo delle Belle arti di Bruxelles. Il teatro Valle occupato si aggiudica insieme all’attivista croato Teodor Celakoski l’importante riconoscimento come esempio di collaborazione tra cultura e società nella battaglia per i beni comuni. Il premio consiste in una somma totale di 50.000 euro e sarà consegnato dalla Principessa Margriet. L’ Ecf princess Margriet Award è stato istituito nel 2008 dalla European cultural foundation e intitolato all’ultima presidente, la principessa Margriet dei Paesi Bassi in collaborazione con il ministero dell’Istruzione, della cultura e della scienza e con il ministero degli Esteri dei Paesi Bassi. Il premio è annuale ed è assegnato ad artisti, intellettuali, attivisti, ricercatori europei, veri e propri cultural change-makers che si sono distinti nello sviluppo di una cultura democratica e comunitaria. Il riconoscimento viene assegnato da una giuria di qualità, composta da professionisti provenienti da discipline e ambiti culturali della Comunità europea, come il direttore della Tate Modern Chris Dercon, il direttore generale del Muziektheater Els Van der Plas, la performer Bojana Cvejic, la programmatrice Rana Zincir Celal del Columbia Global Centers, il direttore del Nrw Kultursekretariat Christian Esch. L’ Ecf princess Margriet Award va al teatro Valle occupato per aver costruito un fertile spazio di partecipazione attiva, dove la produzione e la condivisione della cultura diventano un diritto e una risorsa accessibile a tutti. Le precarie condizioni che affliggono i paesi maggiormente colpiti dalla crisi finanziaria che Teodor Celakoski e teatro Valle occupato stanno cercando di affrontarle e superarle. Per alcuni paesi questi nuovi modelli di collaborazione culturale e auto-organizzati sono modelli per guidarci fuori dal caos. Il futuro delle istituzioni culturali e dei cultural makers sarà determinato da queste iniziative e la questione dei beni comuni, secondo la quale ci sono questioni politiche oltre l’arte, sono un importantissimo messaggio di solidarietà.