Piero Manzoni a Milano

A Palazzo Reale si celebra la grandezza di Piero Manzoni attraverso una mostra a lui dedicata, promossa dal comune di Milano, curata da Flaminio Gualdoni e Rosalia Pasqualino di Marineo. In collaborazione con la fondazione Piero Manzoni, l’esposizione, realizzata nell’ambito del progetto Primavera di Milano, si pone come un grande omaggio all’arte di Manzoni, essendo la più importante realizzata in città, attraverso l’esposizione di circa cento sue opere che ricalcano al meglio il percorso artistico effettuato dall’artista. Milano è stata la città in cui l’artista ha vissuto e in cui ha realizzato i suoi lavori nel periodo di maggior fermento, durante il Secondo dopoguerra, affiancando nella poetica Lucio Fontana ed esponendosi come protagonista nella neoavanguardia europea, tra la Francia di Yves Klein, la Germania del gruppo Zero, l’Olanda del gruppo Nul e la dimensione cosmopolita di Nouvelle tendance. Ad arricchire il percorso espositivo sono presenti documentari originali, manifesti, fotografie, cataloghi, sui quali si riflettono le atmosfere ferventi di una Milano al confine tra gli anni ’50 e ’60, quando le metropoli era una vera e propria capitale culturale europea. «Questa mostra è uno dei capisaldi della Primavera di Milano, il palinsesto di eventi culturali che abbiamo voluto dedicare a tutti gli artisti che hanno fatto grande la nostra città e la sua storia con mostre, concerti, spettacoli e approfondimenti – ha dichiarato l’Assessore alla Cultura Filippo Del Corno – che si snodano in giro per Milano durante questa primavera».

I primi dipinti di Manzoni ritraggono immagini di paesaggi o ritratti di stile tradizionale, successivamente il suo interesse convoglia verso altri fronti artistici. Nel ’57 espone con Ettore Sordini e Angelo Verga in una collettiva alla galleria Pater di Milano e pubblica il manifesto Per una pittura organica. Diventa cofirmatario del manifesto contro lo stile con il Gruppo Nucleare, con cui espone alla mostra Movimento Arte Nucleare all’interno della galleria San Fedele di Milano. Comincia a dipingere sulle tele con innesti di gesso e colla. Nel 1958 dà vita alle tavole di accertamento e gli Achromes. Espone alla galleria Pater di Milano con Enrico Baj e Lucio Fontana. Dopo essersi separato dal gruppo dei nucleari nel 1959, si avvicina ad artisti quali Agostino Bonalumi ed Enrico Castellani e con quest’ultimo fonderà la rivista Azimuth. Nello stesso anno, si avvicina al Gruppo Zero di Düsseldorf e, pur mantenendo una certa attenzione alla ricerca già avviata sugli Achrome, inizia a creare oggetti concettuali come le linee o i corpi d’aria: semplici palloncini gonfiati che verranno in seguito chiamati fiato d’artista. Si diverte a creare opere provocatorie come merda d’artista oltre alle sculture viventi, veri corpi presentati come opere d’arte. Tutte opere pronte a testimoniare la genialità e l’originalità di un artista scomparso ancor prima di compiere trent’anni. Per l’occasione Skira pubblica il catalogo della mostra e la Breve storia della merda d’artista di Flaminio Gualdoni.

Fino al 2 giugno. Palazzo Reale, piazza Duomo 12, Milano. Info: www.comune.milano.it