Allarme rosso per la cultura

Roma

Sono giorni concitati nella capitale. Il Campidoglio deve approvare il bilancio della città e una delle fratture maggiori si sta riscontrando proprio sul settore cultura. Da un lato Daniela Morgante, assessore al bilancio, dall’altro Flavia Barca, assessore alla cultura. La prima è intenzionata a far cadere la mannaia sulla cultura e ha proposto un taglio di circa trenta milioni dal budget della Barca. Quest’ultima ha puntato i piedi e sta cercando di recuperare il recuperabile. Sullo sfondo si registra una grande distanza di vedute. C’è il fronte di chi ritiene la cultura un’esigenza non primaria per la collettività e quello di chi, al contrario, la considera un bene primario, coesione sociale, benessere. Il rischio è quello annunciato da Flavia Barca in una lunga intervista sul Corriere della Sera di stamane: «Tra un anno le principali istituzioni culturali rischierebbero di trovarsi in ginocchio: Santa Cecilia, Auditorium, fondazione per il cinema» sono le prime citate dall’assessore. Ma la lista potrebbe essere lunga. L’unica speranza è che l’idea del sindaco Ignazio Marino su come pensare la cultura sia più vicina a quella della Barca che a quella della Morgante.