La voglia di urlare

I racconti di Claudia Quintieri non si leggono, si indossano. La voglia di urlare copre il lettore con un’altra realtà, diversa da quella abituale ma simile quanto basta al reale per farla sembrare credibile. Ogni frase dei 31 racconti è un indumento (dai calzini al cappello) che piano piano ma in maniera inesorabile lascia il lettore diverso da come l’ha trovato. Chi legge d’altra parte si ritrova addosso un vestito non suo che tanto più calza quanto più brava è stata la scrittrice a calartelo addosso senza il tuo permesso. È a colpi di distorsioni del reale che la Quintieri definisce un altro mondo; sono sfumature decise che tagliano (e passano) la rete del normale. Alla fine di ogni racconto bisogna fermarsi, riorganizzare le idee e riprendere contatto con la propria quotidianità sostituita con quella della scrittrice. I racconti sono una muta aderente che si attacca alla pelle, difficile da sfilare. Una muta nera per la precisione perché se un sentimento c’è, quello è malinconia.

Una nota grave lega, infatti, tutti gli scritti del libro, il primo tasto del pianoforte è la colonna sonora di ogni racconto. Sono situazioni amare che difficilmente possono definirsi storie quanto piuttosto descrizioni di sentimenti, sempre analizzati in maniera puntuale, come a distillare ogni emozione. Spaesamento, distaccamento dalla realtà e schizofrenia sono i temi più trattati in una battaglia che sembra combattersi esclusivamente nel corpo della scrittrice, una guerra contro se stessa dove il mondo funziona solo come scenografia. Le paure e le ansie descritte generano un vortice che più dura nel tempo e più cresce devastando ciò che incontra e più cresce e meno è possibile fermarlo. I racconti della Quintieri sono il resoconto scientifico di chi ha vissuto al centro di questo uragano. La narrazione non esiste, troviamo solo brandelli di storie che somigliano a quello che rimane di un sogno la mattina.

Un contrasto vivo anima tutti gli scritti del libro. I racconti, infatti, se da un lato trattano temi postadolescenziali, lo fanno con uno stile maturo. Frasi secche, zero romanticismo e una ricerca di liricità che a volte porta a risultati poco convincenti. La Quintieri brava, quella che funziona, è da rintracciare in quel vortice di sentimenti che è il vero tema del libro e non di certo in quei passaggi narattivi dove oltre a una lieve, ma percepibile caduta di stile, si rompe anche l’incanto della finzione. Claudia Quintieri presenta il suo libro oggi alle ore 19 alla libreria del Cinema via dei Fienaroli 31, Roma.

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