L’altra ego

La crisi è certa, ma perché no al riciclo se di qualità? Un pomeriggio all’insegna dei recuperi intelligenti quello del 6 novembre 2012 al Macro di via Nizza, dove, per la serie meglio tardi che mai, vengono presentati i cataloghi della collana Macro – Quodlibet, memento delle ormai remote mostre di Marco Tirelli e Gregorio Botta; seppur dalla discutibile grafica, il catalogo di Tirelli e il quaderno di Botta, vengono arricchiti con testi critici di spessore e consentono al pubblico del museo di ricordare le immagini più significative dei potenti allestimenti che, rispettivamente, al Macro Testaccio per Tirelli e nella sede di via Nizza per Botta, gli erano stati dedicati.

Simultaneamente presso la project room 2, viene inaugurata la mostra L’altra ego. Il progetto realizzato in occasione degli ottant’anni di Giosetta Fioroni, nota artista italiana figlia della Scuola di piazza del Popolo e dei ruggenti anni ’70, è stato ideato e realizzato insieme a Marco Delogu. Sono trascorsi ormai dieci anni dalla serie fotografica Senex, primo episodio di collaborazione artistica tra la Fioroni e Delogu, ed ecco che l’artista sente la necessità di parlare nuovamente di sé, presentando una nuova indagine sul ritratto, notoriamente cavallo di battaglia di Delogu. Proprio su tali premesse i due artisti tornano a collaborare insieme, con dieci anni in più di esperienza e un consolidato reciproco rispetto. L’abbandono del bianco e nero è la vera rivelazione, Delogu infatti, si misura con gli stravaganti e variopinti costumi, di sfondo vagamente circense, imposti dalla Fioroni, nonché con le provocatorie e polisemantiche citazioni dei costumi da lei indossati.

I circa 15 ritratti della nuova serie, vedono dunque, da una parte, la naturale evoluzione del lavoro intrapreso con Senex, dove l’artista-modella si faceva fotografare una volta divenuta parte integrante e integrata delle opere d’arte, da lei stessa in precedenza realizzate, dall’altra, una sorta di mimesi nell’arte e per l’arte, in un processo di catarsi che sfocia in quello che oggi potremmo definire come uno studio ai confini della realtà, sulle possibili mutazioni del volto, dell’immagine e del ruolo dell’artista. Trucchi e costumi sono gli espedienti attraverso cui si verifica l’inaspettata mimesi. Il risultato è in grado di stravolgere volto e sguardo e di colpire al tempo stesso il pubblico, talvolta per l’accecante violenza, talvolta per l’indiretta ironia, “Gli anni recenti […] ? scrive Giosetta Fioroni ? sono stati quelli nei quali ho elaborato una forte istanza di intervenire sulla corporeità, sul mio aspetto per cambiarlo. Sul corpo, sul volto come opera da plasmare e trasformare attraverso radicali mutazioni. Ho cominciato a usare molta attenzione […] al rapporto psicologico con la mia apparizione reale, nel tentativo di immaginare altre identità (nuove) da sostituire, appunto, a quella reale di tutti i giorni”. L’esposizione è accompagnata da un quaderno della serie Macro – Quodlibet che riunirà testi di Alberto Boatto e Franco Marcoaldi.

fino al 2 dicembre

Macro, via Nizza 138, Roma

info: www.museomacro.org