Big bambù di Doug e Mike Starn

Nulla di nuovo per i frequentatori abituali dell’area dell’ex mattatoio di Testaccio; sono infatti mesi, che l’opera Big bambú, degli artisti Mike e Doug Starn, campeggia, seppur incompleta, nel cortile centrale del Macro di piazza Orazio Giustiniani. Per gli avventori delle serate Pelanda, nonché per gli abitué della vita notturna della zona, non poteva passare inosservata l’enorme spettrale piramide di bambú, il cui profumo e leggero suono al vento, echeggiava da tempo un’atmosfera insolitamente esotica. La grande installazione segna l’apertura della sesta edizione di Enel contemporanea, fra i più insigni appuntamenti del panorama contemporary nazionale, a cura di Francesco Bonami.

All’anteprima per la stampa di Big bambù, tenutasi il 4 dicembre, in modalità piuttosto informale, si susseguono presenziando brevemente in piedi, il direttore del museo, Bartolomeo Pietromarchi, Paolo Iammatteo, responsabile comunicazione e Csr Enel e Dino Gasperini, assessore alle politiche culturali e centro storico Roma capitale. Pietromarchi si dichiara lieto di gestire “uno spazio in più”, così definisce l’opera dei gemelli americani, che in effetti si presenta da sé come una nuova area da far vivere al pubblico. I gemelli a loro volta ribadiscono di sentirsi onorati per esser entrati a far parte del “paesaggio di Roma”. Nella sua gigante presenza installativa, la torre-capanna di bambù ha al suo interno una scala elicoidale realizzata con 8000 canne di bambù e cimette sintetiche, che conduce sino a 25 metri d’altezza, dando all’avventore quella sensazione di spaesamento che si può provare tra le liane di una foresta tropicale.

«È un segno contemporaneo della città per la città – dichiara Paolo Iammatteo – il bambù, inoltre é definito il cemento naturale e ci sembrava importante farne un omaggio in un’area urbana. Il nostro contributo economico per sostenere il progetto, ha trovato un buon equilibrio con le necessità del Macro e del comune di Roma, pertanto ci riteniamo pienamente soddisfatti di questa formula di collaborazione». «Uno spazio restituito ai cittadini», tuona Dino Gasperini, ringraziando Enel per il sostegno e ribadendo quanto la realtà relativamente giovane del Macro si sia rafforzata su Roma nell’ultimo anno: «Oggi questa struttura – continua Gasperini – é diventata il secondo museo di Roma dopo i Capitolini  in termini di ingressi, siamo lieti che queste forme di collaborazione da partner importanti come Enel ci sostengano; infatti l’opera resterà all’amministrazione e alla città». L’assessore ha infine ricordato la tanto attesa e prossima delibera del consiglio comunale, che pare riconfermi la scelta della trasformazione del museo in fondazione con il budget che era stato a suo tempo indicato. L’ultimo doveroso ringraziamento istituzionale va al ministero per i Beni e le attività culturali di cui «Ne temevo la reazione», ammette Gasperini, poiché ha concesso tutte le autorizzazioni necessarie all’apertura al pubblico dell’installazione. Resta tuttavia obbligatoria, per il pubblico che si voglia arrampicare nel cuore del Big bambù, la sottoscrizione di un malleva di responsabilità nei confronti del museo.

Macro Testaccio, piazza Orazio Giustiniani 4, Roma

info: museomacro.org/it/macro-testaccio