Piccole ossessioni erudite

Nel 1996 nasce Paris Photo, la rassegna parigina dedicata alla disciplina fotografica, fino ad ora egemone indiscussa nel settore, in grado di scalzare le timide proposte che in passato hanno tentato di affermarsi sul mercato. Nel 2011, grazie alla competenza di Cécile Schall, nipote del fotografo Roger Schall, nonché esperta in organizzazione di fiere internazionali, fa capolino nella capitale francese Fotofever, una nuova alternativa nell’ambito della fotografia, che, sin dalla sua prima edizione, riscuote un’approvazione di pubblico e critica talmente importante da inaugurare l’anno successivo una seconda sede a Bruxelles. Quest’anno gli spazi del Carrousel du Louvre a Parigi aprono le porte ancora una volta, fino al 17 novembre, a una cinquantina di gallerie, dando particolare attenzione alla generazione di artisti emergenti (grazie anche al fotoprize, premio assegnato da una valida giuria competente), creando piattaforme per incontri, conferenze e discussioni incentrate sul tema della fotografia. In particolare Fotofever rende fruibili al pubblico le opere provenienti da collezioni pubbliche e private, incentrate su un tema specifico, ogni anno diverso. Quest’anno è il turno del collezionista Alexandre Dupouy e il tema, sembra poco elegante da dire, è quello del sedere. Oggetto del desiderio, esaltato da registi, fotografi, uomini e donne comuni, c’è anche chi ne ha fatto il materiale per un’intera collezione d’arte erotica.

Ognuno ha le sue piccole manie e Dupouy, da quando aveva sedici anni, si diverte a curiosare tra vecchi libri, incisioni, fotografie, raccimolando in particolare raffigurazioni erotiche. A detta degli esperti, oggi la sua collezione rappresenterebbe una delle cinque raccolte più importanti di tutta la Francia e si posizionerebbe tra le cinquanta più belle al mondo. Oltre a costituire una testimonianza del libertinaggio del XVIII secolo, nell’ambito del quale figurano personaggi della nobiltà e della borghesia, la sua collezione ospita documenti provenienti da celebri raccolte, come quella di Michel Simon, il quale, oltre ad essere attore era anche grande collezionista di fotografie e cartoline raffiguranti temi al limite del pornografico, molte delle quali durante la guerra furono distrutte. Dupouy non è solo attratto da collezioni d’arte, ma è anche, e soprattutto, un amatore di tutte quelle immagini che risvegliano le sue perversioni sopite, che, attraverso il collezionismo, è riuscito a giustificare e a trasformare in piccole ossessioni erudite. Grazie alle sue testimonianze, sono arrivati a noi molti artisti che altrimenti sarebbero caduti inesorabilmente nel dimenticatoio, dei quali oggi invece possiamo apprezzare le opere grazie la sua copiosa raccolta. Egli stesso è anche fotografo e si dedica in particolar modo ai soggetti femminili, giocando con l’erotismo più da dilettante che da professionista, divertendosi a mettere nero su bianco le sue passioni e le sue pulsioni.

Ma passiamo al sedere. Alla fine del ‘900 Dupouy si accorge che non gli basta fotografare e collezionare, ha bisogno anche di scrivere e pubblica diversi testi, tra cui uno intitolato Anthologie de la fessée et de la flagellation il quale, benchè il titolo sia piuttosto espilicito (Antologia della sculacciata e della flagellazione), non rappresenta soltanto un’ode al fondoschiena e alle pratiche del sadomasochismo, ma ripercorre cronologicamente la storia dell’arte, attraverso aneddoti e racconti dettagliati e ben documentati. L’esposizione parigina, oltre a mettere in parallelo fotografie d’inizio secolo e opere contemporanee, mostra quindi una selezione di raffigurazioni, frutto della meticolosa raccolta di un uomo che ha fatto della sua ossessione una fonte preziosa per il mondo dell’arte. Tra immagini più caste e fotografie più spinte le sue manie diventano anche le nostre, e, Le regard oblique di Doisneau insegna, un bel fondoschiena in vetrina attira sempre l’attenzione, sia per scandalizzare, che per suscitare apprezzamenti, artistici e non.

Fino al 17 novembre, Carrousel du Louvre, 99 Rue de Rivoli, Parigi; info: www.fotofeverartfair.com