Un giocoso moto armonico

«Può l’arte rimanere spazio sacro e intellettuale e al tempo stesso diventare gioco, esperienza, sensazione, realtà,vita?». Se lo chiede Francesco Bonami che, nella veste di curatore e direttore artistico di Enel contemporanea, risponde in modo affermativo presentando la giocosa e colorata opera dell’artista Toshiko Horiuchi MacAdam. Il cortile esterno del Macro di via Nizza viene occupato da Harmonic Motion, l’imponente scultura tessile dell’artista giapponese: un grande e variopinto tappeto sospeso in cui è possibile accedere da dei fori per poi scalare la tessitura, interamente realizzata a mano con un certosino lavoro all’uncinetto, fino a salire in cima. Un’installazione tattile altamente interattiva che permette al visitatore, dopo essersi tolto le scarpe, di entrare in contatto con il proprio lato più bambinesco e meno controllato sperimentando un piccolo viaggio all’interno della stratificazione dei colorati tessuti. Scultura aerea e spazio gioco al contempo, Harmonic Motion «non ha istruzioni e regole da seguire – ha dichiarato timidamente stamattina l’artista stretta tra la direttrice Alberta Campitelli e l’assessore alla Cultura Flavia Barca che poi si sono divertite a scalare l’installazione – semplicemente lascia al bambino o all’adulto la piena facoltà di interagire trovando ognuno il proprio percorso».

È proprio il moto armonico che sprigiona l’opera a coinvolgere il pubblico in maniera attiva e a rappresentare un ideale fil rouge tra l’edificio storico e l’area museale progettata dall’architetto francese Odile Decq. Un forte legame con il territorio che esce dalle pareti della struttura museale per invadere le strade e le piazze del quartiere, i cui lampioni e alberi sono stati coperti da delle colorate maglie in pieno stile knitting art. Un lavoro godibile che trova il suo evolversi proprio nella dimensione della condivisione «e che si basa sulla crescita più che sulla creazione improvvisa. Le sue reti sono spazi che celebrano la convivialità e il divertimento, il gioco e la possibilità di rilassarsi e riflettere», precisa Bonami. Tra le maglie dell’opera è possibile nascondersi e proteggersi, mostrarsi e avventurarsi, sorprendere e sorprendersi: il rapporto tra corpo e tessuto si arricchisce di nuove esperienze raggiungendo pienamente l’obiettivo che l’art fabric, il movimento che vede la Horiuchi MacAdam tra i maggiori esponenti, si prefigge. Con l’interazione di Harmonic Motion Enel contemporanea, che giunge quest’anno alla sua settima edizione, prova a bissare il grande successo di pubblico registrato con Big Bambù e i suoi 35mila visitatori in nove mesi. L’opera sarà visibile, e soprattutto visitabile, fino al 31 dicembre 2014.

Macro, via Nizza 138, Roma. Info: www.museomacro.org